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Uluru, Kata Tjuta e Kings Canyon – Le tre meraviglie dell’entroterra australiano

Elisa Paganoni
February 1, 2018

La mia esperienza con “The Rock Tour” 3 giorni/2 notti da Alice Springs ad Alice Springs

Quando si pensa all’Australia, ci sono alcune cose che solitamente ci vengono in mente come l’Opera House di Sydney, la grande barriera corallina e l’entroterra. Bene, ero già andata sia all’Opera House che nella grande barriera corallina, ma non ero mai stata nell’entroterra.
Non avevo ancora sperimentato la vera terra boscosa dell'Australia centrale. Non avevo mai messo piede nel deserto rosso. E c'è un simbolo che subito ci viene in mente quando pensiamo all'Outback Australiano: Uluru.
Ho sentito parlare per la prima volta di Uluru mentre leggevo il mio diario di viaggio di Nat Geo; e mi sono detta, "Ci devo andare”. Ma che cos’è Uluru? Essenzialmente Uluru è una gigante roccia rossa nel mezzo del nulla, in Australia. Questa almeno fu la mia impressione prima di vederlo e di imparare più cose a suo riguardo.

“Che cosa ci si trova di così speciale in una gigantesca roccia?” Mi chiesi. Volevo scoprire di cosa si trattasse. Così ho prenotato il mio volo per Alice Springs e sono partita per un tour in campeggio di 3 giorni e 2 notti con The Rock Tour. La cosa che non sapevo quella mattina di venerdì 20 maggio alle 5.25 quando sono venuti a prendermi, era che stavo per vivere uno dei fine settimana più incredibili della mia vita.

DAY 1 – ULURU

Ho passato la notte allo YHA ad Alice Springs la sera prima del tour. Come la maggior parte dei tour, i tempi variano a seconda di dove ti trovi. Ashleigh (la nostra guida turistica, autista, chef e fotografa per il fine settimana), è passata a prendermi alle 5:25 del mattino. Un inizio di giornata alla buon ora, ma ne valeva la pena!

ULURU

Siamo passati a prendere tutti i 21 partecipanti e, dopo che tutti eravamo sul pullman, siamo partiti con direzione Uluru, la nostra destinazione per il primo giorno.

Il Parco Nazionale di Uluru-Kata Tjuta è in realtà piuttosto lontano da Alice Springs, ma siamo riusciti a risposare sull'autobus lungo la strada, guardando a volte fuori dalla finestra la prima di molte albe spettacolari nell'Outback. C'è qualcosa di così rivitalizzante nel sapere che sei nel mezzo del nulla.
Ci siamo fermati un paio di volte lungo la strada per le pause caffè e per i servizi igienici, e ci siamo anche fermati a raccogliere la legna per il fuoco mentre ci avviciniamo al campeggio. Mentre andavamo in giro alla ricerca di una buona legna da ardere, Ashleigh ci ha ricordato che eravamo nel deserto, "se il bastone si muove, non è un bastone". Fortunatamente non abbiamo trovato nessun bastone mobile!

ULURU

Quando, finalmente, eravamo abbastanza vicini al Parco Nazionale da vedere Uluru, tutti noi sul pullman ci siamo illuminati. “Eccolo lì!” Pensai. L’enorme roccia che non vedevo l’ora di vedere da mesi. E anche da lontano, era splendido. Tutto quello che mi passava per la testa in quel momento era “non posso credere di essere davvero qui, ad Uluru!”. Ed era vero- vedere qualcosa di così unico e straordinario era davvero difficile da credersi.

Siamo arrivati nel nostro campeggio - Yulara Resort Campground – nel primo pomeriggio, verso mezzogiorno, dove abbiamo lasciato la legna per il fuoco, i nostri sacchi a pelo e abbiamo mangiato dei panini per pranzo.
In seguito siamo andati al centro culturale per imparare più nozioni riguardo il significato aborigeno di Uluru, la sua cultura e il perché non si può scalare.
Camminare per il centro culturale è stato davvero illuminate. Ho imparato cose riguardo gli Anangu, che tradizionalmente erano i padroni di Uluru, e la storia di come e perché questa grande roccia è diventata una pietra miliare sacra per gli aborigeni del posto.
Pìù leggevo cose riguardo gli Anangu e le loro credenze, più etichettare Uluru come “una qualsiasi roccia rossa” suonava sempre più sbagliato. Non lo era assolutamente. Quando “i bianchi” arrivarono e scoprirono Uluru e gli aborigeni che occupavano quest’area, sia la terra che le persone furono trattate con una tale mancanza di rispetto che mi sentii a disagio e triste.
Viaggiatori e tour arrivavano e imperterriti scalavano Uluru come fosse lì per essere conquistato da loro, trascurando totalmente qualsiasi credenza degli Anangu.

Alla fine “i bianchi” (gli australiani) riuscirono a partecipare, insieme con gli aborigeni, ad un consiglio di amministrazione per il parco nazionale. Questo consiglio protegge sia la naturale bellezza della roccia, sia stabilisce e rafforza le regole per i visitatori per assicurare che Uluru rimanga una sacra pietra miliare. Le regole sono molto semplici: non si scala la roccia, non si scattano foto o si fanno video nelle aree sacre e si deve rispettare la terra.
Nonostante fossi ansiosa di vedere Uluru e di camminare lungo il percorso alla sua base, fui molto felice di aver visitato il centro culturale per primo. In questo modo, quando finalmente ho visto Uluru da vicino, ho potuto apprezzarlo con molto più rispetto. Sarebbe bello da scalare? Assolutamente! Ma dopo aver imparato la storia di Uluru, non ne sentivo il bisogno. Il semplice ammirarlo da terra era tutto ciò di cui avevo bisogno. Infine abbiamo lasciato il centro culturale e ci siamo diretti verso la camminata alla base di Uluru. E’ durata circa 1,5 – 2 ore, e solo alla fine abbiamo scoperto di aver camminato per circa sei 6 kilometri. E’ davvero pazzesco se si pensa che ci vogliono 6 km di camminata per percorrere solo tre quarti di circonferenza di Uluru. Giusto per dare un’idea di quanto grande questa roccia effettivamente sia.

ULURU

ULURU

ULURU

Camminare lungo la base di Uluru è stato incredibile. Non ci si rende conto dalle foto di quanto geograficamente complessa la sua superfice sia. E ovviamente, quando osservi Uluru, ricordi a te stesso che è una roccia solida e provi a capacitarti di come sia anche solo possibile.
Uluru è senza dubbio un utile (non molto leggero) promemoria che la nostra Terra è capace di produrre cose incredibili.

ULURU

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ULURU

Abbiamo incontrato Ashleigh vicino alla pozza di Uluru per una chiaccherata di cultura e arte, in quanto ci sono alcuni dipinti rupestri aborigeni che siamo stati in grado di vedere. È stato molto interessante ammirare come gli aborigeni raccontassero storie attraverso l'arte.

ULURU

ULURU

Prossimi sulla nostra tabella di marcia erano il tramonto e la cena. Abbiamo guidato fino al luogo in cui è possibile vedere i migliori tramonti di Uluru e ci siamo preparati per la moltitudine di foto che avremmo scattato.
Nel frattempo, Ashleigh preparava la nostra (deliziosa) cena, con pasta, riso, verdure e pollo.

ULURU

Dopo il tramonto ci siamo diretti verso il campeggio per preparare il fuoco. Ma, naturalmente, avendo Ashleigh come nostra guida turistica, significava dover fare una certa impressione sul resto del campeggio, e così, mentre sopraggiungevamo, abbiamo intonato “we are the champions” dei Queen agli ultimi ad arrivare. Ashleigh ha rapidamente dimostrato di avere la migliore playlist di viaggio che abbia mai sentito in vita mia.

Il campeggio era dotato di impianto idraulico e docce interne ed era molto pulito. Abbiamo organizzato i nostri fagotti intorno al falò, arrostito marshmallow sul fuoco e partecipato a qualche gioco di campeggio. Nel caso in cui, come me, non hai idea di cosa un fagotto sia, è fondamentalmente un materasso che si può arrotolare e una coperta per il tuo sacco a pelo. Dato che non avevamo tende, abbiamo dormito all'aperto intorno al fuoco, e non avrei mai voluto farlo in nessun altro modo. Dormire sotto le stelle nel mezzo dell'outback è stato indimenticabile.

ULURU

Secondo giorno– ULURU SUNRISE & KATA TJUTA

Nel secondo giorno, Ashleigh ci ha svegliati con della musica tranquilla alle 5.15 di mattina. Abbiamo avuto 30 minuti per usare il bagno e per fare i bagagli per salire sul pullman in orario per vedere l’alba ad Uluru.
Ashleigh ci ha preparato la colazione cosicché potessimo mangiare mentre aspettavamo che il sole sorgesse. C’era the caldo, caffè, pane e marmellata, cereali e yogurt. Era un po’ nuvoloso quella mattina ed eravamo preoccupati che non saremmo riusciti a vedere l’alba. Ma sono state proprio le nuvole a farci notevolmente un gran favore. Non appena il sole è sorto (e naturalmente Ashleigh ha fatto partire “il cerchio della vita” dal Re Leone per avere un effetto scenografico), il cielo sembrava come se fosse dipinto con colori ad acqua, pieno di radianti sfumature di giallo, arancione, rosa e viola.
Non avevo mai visto un’alba così spettacolare in tutta la mia vita. Ed il fatto che splendesse su Uluru la rendeva ancora migliore. Fu davvero, assolutamente mozzafiato. Le foto non rendono giustizia. Posso solo fare affidamento alla mia memoria per ricordami questo momento.

ULURU

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(Ashleigh mentre mette alla prova il suo innato Re Leone a Uluru)

Dopo l’alba, abbiamo dovuto salutare Uluru in quanto dovevamo avviarci verso la prossima destinazione: Kata Tjuta. Kata Tjuta è un’altra roccia di origine solida ma, al posto di essere una roccia sola, ha molte rocce, come il suo nome aborigeno suggerisce.

uluru

Siamo partiti per la Valle dei Venti a piedi, una camminata di circa 3 ore in totale. Questa escursione è stata fantastica in quanto abbiamo camminato attraverso alcune delle cupole di roccia per delle viste straordinarie da diverse angolazioni.

ULURU

ULURU

Ashleigh ci ha parlato riguardo la geologia sia di Uluru che di Kata Tjuta, spiegandoci come gli scienziati credano si siano formati. Ci ha anche raccontato che Kata Tjuta significa “la terra dell’uomo” in aborigeno, indicando il fatto che solo gli uomini potessero venire qui.
Ci sono alcune cupole di Kata Tjuta che nessuno altro se non gli uomini aborigeni hanno visto in quanto sono sacre, nascoste e possono essere osservate solo da una postazione dove a noi non ci è permesso mettere piede. Ho trovato tutto questo molto affasciante, soprattutto perché c’è ancora così tanto della cultura aborigena che dobbiamo imparare, se mai lo faremo.

ULURU
Circa a metà percorso, abbiamo risalito una cupola ripida tra altre due più larghe, sembrava quasi fossimo seduti nel mezzo di una gola di terra. Tutto ciò valeva sicuramente la ripida salita!

ULURU

Quando abbiamo completato l’escursione, ci siamo incamminati verso il campeggio per il pranzo, il quale consisteva nel prepararsi una piadina a proprio piacimento, con moltissime opzioni diverse tra cui scegliere.
Era giunto il momento di lasciare il parco nazionale e di farci strada verso King’s Canyon. Erano circa 4 ore di macchina dal nostro campeggio ma eravamo tutti talmente stanchi dalle escursioni dei due giorni passati che ci siamo tutti appisolati durante il viaggio. Ci siamo fermati nel mentre per raccogliere più legna per il fuoco e alcune birre e sidri per il capeggio per quella sera.

La postazione del secondo campeggio era King’s Creek, sempre dotata di impianto idraulico e docce. Questo secondo alloggio era sicuramente più datato rispetto al primo ma non in senso cattivo. L’unico problema che abbiamo avuto in questo campeggio sono stati i dingo, che apparentemente ci sono durante la maggioranza delle notti.

Basta essere sicuri di aver chiuso le proprie borse nel pullman e di non aver lasciato le scarpe difuori che tutto andrà bene! I dingo sono molto più interessati ai tuoi spuntini di quanto non lo sia tu.

Una volta che abbiamo acceso il fuoco, Ashleigh ci ha cucinato una deliziosa cena direttamente su di esso! Ha preparato del pane fatto in casa e alcune pentole di carne, di verdure e di riso da mischiare insieme. La fine perfetta di questo seconda giornata.

Terzo giorno– KINGS CANYON

Il terzo giorno è stato quello dove ci siamo dovuti alzare più presto in assoluto – ma ne è valsa assolutamente la pena. Ashleigh ci ha svegliati alle 4.30 del mattino, abbiamo avuto un’ora per andare in bagno, per fare i bagagli e per fare colazione prima di dirigerci verso King’s Canyon. Siamo arrivati abbastanza in anticipo per scalarne la prima parte (circa un’oretta) fino in cima così da vedere l’alba direttamente dalla sommità di King’s Canoyon. L’alba di Uluru era davvero difficile da battere ma questa ci è andata vicina! Appena il sole è sorto ha illuminato le rocce rosse del Canyon perfettamente e la vista era fuori dal comune. Eravamo letteralmente in piedi sulla cima di una gola di terra mentre il sole spuntava. Non avevo mai scalato nel buio prima ma è stata davvero un’esperienza fantastica. Non molti vantano di averlo fatto.

KINGS CANYON

KINGS CANYON

Dopo aver ammirato l’alba, abbiamo continuato con il resto dell’escursione attraverso King’s Canyon. Questa seconda metà di scalata è durata circa un paio d’ore. Abbiamo visto la pozza ai piedi del canyon che non è mai stata vuota. Mi è sembrato così assurdo che pur essendo nel mezzo del deserto ci fosse questa strana oasi tropicale nel fondo del Canyon con una costante sorgente d’acqua.

ULURU
Ashleigh ci ha inoltre mostrato alcune delle piante e degli alberi che crescono nel
Canyon.

ULURU

Quella a Kings Canyon è stata probabilmente la mia escursione preferita tra le tre. E’ davvero un posto bellissimo, così come Uluru e Kata Tjuta. Ero davvero triste di dover lasciare questi tre meravigliosi luoghi, ma, con la fine dell’escursione di Kings Canyon, avevamo esplorato tutto quello che volevo e di più.

ULURU

ULURU

Abbiamo così incominciato il nostro viaggio di ritorno verso Alice Springs, fermandoci nel mentre per il pranzo che consisteva in piadine e avanzi dalla cena della sera precedente. Ci siamo anche fermati ad una fattoria di cammelli, dove c’era la possibilità di cavalcare un cammello da corsa per soli 7 dollari! Sì, cavalcare i cammelli è cosa vera e apparentemente è anche uno sport molto popolare nell’entroterra.

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L’ultima fermata del tour è stata per scattare un’obbligatoria foto di gruppo davanti al cartello “benvenuti ad Alice Springs” dal momento che avevamo fatto ritorno nel mondo civilizzato.

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Anche se siamo stati lasciati nei nostri differenti alloggi da Alice Spring, il tour non era ancora finito. Avevamo in piano di trovarci al Rock Bar in città tutti insieme come un vero gruppo per cenare, bere e dirci addio. Abbiamo passato tre giorni incredibili insieme e non avrei potuto immaginare di vedere l’entroterra australiano con una guida differente (un grido a favore di Ashleigh – sei stata fantastica, e voglio la tua playlist!) o nessun altro insieme di persone.
Un grazie infinito a The Rock Tour per aver organizzato questo tour di tre giorni e due notti di campeggio. Ricorderò questo weekend per sempre!

Se anche a te piacerebbe prenotare la tua avventura con The Rock Tour, per favore visita il link per “Alice Springs to Alice Springs". Vi sono inoltre alter opzioni di dove iniziare e finire il tour, visita www.backpackerdeals.com per prenotare il tour che meglio fa per te! Nota dell’autore: se ti piacesse leggere più cose scritte da me, puoi visitare il mio blog personale

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Elisa Paganoni

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